L’Italia resta diciannovesima nella classifica stilata dalla Commissione europea dei Paesi più innovatori: lo comunica l’esecutivo europeo in una nota. La Svezia si conferma il Paese leader nell’Ue insieme a Danimarca, Finlandia, Paesi Bassi, Regno Unito e Lussemburgo, mentre la Germania retrocede dal gruppo dei Paesi leader a quello dei forti innovatori.
Nell’ultima valutazione del grado di innovazione del quadro europeo si evidenzia una tendenza positiva nella maggior parte dei paesi dell’Ue, soprattutto a Malta, nei Paesi Bassi e in Spagna. L’Ue sta recuperando il ritardo nei confronti dei suoi principali concorrenti, vale a dire Canada, Giappone e Stati Uniti, ma per colmare questo divario in termini di innovazione e mantenere il vantaggio sulla Cina occorrerà uno sforzo concertato, teso a rafforzare le potenzialità innovative dell’Europa.
Nonostante la tendenza positiva, l’Europa resta comunque in ritardo in molti ambiti. Le imprese dell’Ue spendono meno per l’innovazione delle loro concorrenti. Il capitale di rischio è ancora poco sviluppato in Europa, provocando un esodo delle imprese verso ecosistemi in cui esse hanno maggiori possibilità di crescere rapidamente. Gli investimenti pubblici in tutta l’Ue sono inferiori all’obiettivo del 3% del Pil e permangono differenze regionali a livello di intensità di ricerca e sviluppo, con una forte concentrazione degli investimenti e delle attività di ricerca nell’Europa occidentale. Inoltre il 40% della forza lavoro in Europa non dispone delle competenze digitali necessarie.
Di qui la necessità di una nuova agenda per la ricerca e l’innovazione della Commissione: un’esortazione ai leader dell’Ue affinché agiscano subito per aiutare l’Europa a sfruttare le sue potenzialità e diventare una potenza mondiale nel campo dell’innovazione.