Furto di gioielli a Palazzo Ducale? Danno evitabile

04 Gennaio 2018
A sentire la notizia viene da ridere. Perché il furto di gioielli a Palazzo Ducale di ieri mattina, mercoledì 3 gennaio, che ha visto sparire da una teca, in pieno giorno, tra i turisti, alcuni gioielli della rinomata collezione Al Thani esposti a Venezia nella mostra “Tesori dei Moghul e dei Maharaja” (ieri in chiusura), riporta alla mente i più celebri personaggi della letteratura e cinematografia del secolo scorso. E invece è l’imbarazzante realtà. Che un furto simile, valutato milioni di euro per due orecchini e una spilla, sia stato fatto alla luce del sole, davanti agli occhi di tutti, pare impossibile. Complici? Personale corrotto? Disfunzione del sistema di videosorveglianza? La vicenda offrirà le sue risposte strada facendo, attraverso la via dell’investigazione, ma intanto la domanda è: si poteva evitare? 

 

Come indicato su Ansa.it:  
Secondo le prime informazioni a forzare la teca sarebbero state due persone, una che ha agito direttamente, e l’altra che lo copriva. E’ quanto emergerebbe dalle riprese della video sorveglianza. Acclarato che il sistema d’allarme ha funzionato ma che la reazione della sorveglianza, complice, il numero delle sale e il fatto che gli autori del furto si siano mescolati alla folla non è riuscita a intercettare i malviventi. “Una conoscenza tecnologica da parte dei ladri altamente sofisticata che ha permesso loro di ritardare l’entrata in funzione dell’allarme e di aprire la teca contenente i gioielli senza romperla”: così il questore di Venezia Vito Gagliardi spiega all’ANSA come sia potuto avvenire il furto. “L’allarme, molto sofisticato, è scattato – chiarisce – ma chi ha compiuto l’azione ha potuto fare in modo che avvenisse in ritardo, permettendo ai ladri di uscire indisturbati”. Gagliardi parla degli autori del furto come di professionisti con una “altissima conoscenza tecnologica” che ha consentito di farsi beffe “degli altissimi livelli di sicurezza” che erano stati messi in atto nel palazzo e nella sala per salvaguardare l’integrità dei pezzi esposti. La teca, in particolare, è stata aperta senza che i malviventi abbiano avuto la necessità di romperla per impadronirsi della spilla e degli orecchini, il cui “valore doganale” è stato dichiarato in 30 mila sterline. Il questore esclude che vi possano essere state falle nel sistema di sicurezza. “Il protocollo era adeguato e di altissimo livello – conclude – così come le sale e l’intero palazzo”. 

E’ evidente come l’intervento umano venga sempre visto come la causa principale. Ma la verità è che in queste situazioni il difetto è nella progettazione dei sistemi di allarme e nella mancanza di interazione tra loro. Immaginate invece che l’impianto di segnalazione delle teche non comunichi solo l’allarme ma che diventi strumento in grado di attivare una serie di sistemi di sicurezza: protezione e blocco degli accessi esterni, sbarramenti dei percorsi automatizzati in base alla zona da cui proviene l’allarme, sistema di telecamere con rilevamento delle zone sensibili e pop up immediato delle CAM della zona interessata con invio via mail a tutti gli addetti dei frame interessati… Tutto in automatico.

Di cosa parliamo? Di Building 4.0una soluzione integrata di progettazione e connettività in grado di attivare l’edificio a difesa del bene e colmare lacune determinate dalle sviste umane e progettuali. Un servizio a 360° possibile grazie alla collaborazione di CommuniKare e MyBuildingPlus che vi permette di avere un unico interlocutore per progettazione, realizzazione e assistenza.

Ma se la soluzione c’è perché non viene applicata? L’esperienza imputa la colpa alla mancanza di budget: spesso i direttori e gli enti museali devono fare i conti con “tesoretti” troppo stretti per dotarsi di nuove tecnologie e finiscono col favorire investimenti di diversa natura, convinti che, male che vada, ci penserà l’assicurazione. Tuttavia il colpo d’immagine subìto da Palazzo Ducale e dall’Italia è ingente, almeno quanto il furto. E dunque non conveniente. Oltretutto, convertire i propri dispositivi di allarme a un sistema integrato 4.0 è un costo pienamente ammortizzabile grazie all’abbassamento del premio assicurativo, gode di sgravi fiscali altamente interessanti, ed è l’unica certezza per la propria sicurezza. 

 

E se ai lettori non resta che scegliere se tifare per per gli scaltri ladri alla Lupin III o per tutta la cavalleria di istituzioni e responsabili alla sicurezza del museo che -ahìloro – ne escono alla stregua del povero ispettore Clouseau della pantera Rosa, la responsabilità è nelle mani di chi i Musei li amministra. Persone perlopiù capaci, ma impreparati sul fronte sicurezza. E’ dunque a loro, che nei confronti del museo e dei cittadini hanno grandi responsabilità, che ci rivolgiamo, affinché possano trovare con noi la soluzione più idonea a proteggere le opere e gli spazi che curano e amministrano. 

 

Per conoscere nel dettaglio le nostre soluzioni, contattateci chiamando il numero 0307721399 o scrivendo a info@communikare.com